La neonata associazione dei procacciatori d’affari indica i rischi:
“Se continua questa pressione delle forze dell’ordine sui mezzi che trasportano persone in Riviera per fare acquisti, altri ci soffieranno il business”.
Rimini, 22 febbraio 2013 – La stampa sta dedicando spazio alla crisi gestionale dell’aeroporto riminese ed alla numerosa presenza di operatori e di turisti russi che giungono, per via aerea, in questa provincia garantendo un flusso finanziario straordinario per i tempi che affrontiamo. Da imprenditori siamo seriamente preoccupati sia per le nostre aziende, sia per l’economia intera del territorio riminese. Siamo procacciatori d’affari per clienti esteri (in particolare russi), iscritti al registro delle imprese, in regola amministrativa e fiscale. Il nostro lavoro consiste nell’intercettare sul mercato russo gli operatori commerciali ed i turisti commerciali interessati a giungere in Italia per effettuare acquisti all’ingrosso o al dettaglio. Una volta giunti all’aeroporto di Rimini garantiamo loro svariati servizi, risolviamo i problemi e le necessità che gli ospiti esteri possono avere, garantiamo loro un soggiorno sereno perché si dedichino, senza difficoltà, allo scopo principale per il quale vengono da noi, l’acquisto del made in Italy. I russi vengono a Rimini perché noi ci siamo! Da oltre vent’anni siamo impegnati su questo fronte dei servizi ai clienti esteri, siamo noti ed apprezzati in Russia e negli altri paesi dell’Est. Nell’ultimo anno però la nostra attività viene infondatamente perseguita da alcuni Corpi di Polizia Municipale del territorio regionale, e da altre forze, nella convinzione sbagliata di colpire un esercizio abusivo di trasporto merci per conto terzi. Mentre così non è! Insieme alle sanzioni a carico del proprietario dell’automezzo (sanzione pecuniaria e fermo del veicolo) applicano pure provvedimenti pesanti a carico degli ospiti trasportati (sanzione pecuniaria e sequestro della merce acquistata). Tali ripetuti atti hanno creato sconcerto sul mercato russo ed estero al punto che diversi operatori esteri hanno scelto altre destinazioni italiane (Milano) od altri paesi (Turchia, Francia) più ‘sicuri’, dove non corrono il rischio di vedere porre sotto sequestro quanto legittimamente acquistato. “Il problema è così grave – dichiara Stefano Paolucci, neo-Presidente della costituita Associazione Sindacale dei Procacciatori d’Affari di Clienti Esteri – che abbiamo dovuto recentemente costituire l’associazione A.S.P.E. per rappresentare gli interessi di centinaia di procacciatori, specializzati sul mercato dell’Est, che operano in Romagna. Siamo partiti con 60 ditte associate, con 150 dipendenti, ma gli operatori sono molti di più e continuano ad associarsi. Lo scopo – prosegue Paolucci – è quello di fare fronte comune per contrastare un’obsoleta interpretazione della legge che costringerebbe alla chiusura le nostre aziende. E tale fatto procurerebbe un danno immenso all’economia dell’intero territorio“. A tale iniziativa sindacale d’impresa possono aderire tutti coloro che ritengono essenziale il ruolo dei procacciatori d’affari per l’economia del territorio. Da subito, infatti, l’A.S.P.E. ha goduto del sostegno del Centergross di Bologna e del GrosRimini che è pure socio fondatore dell’associazione. Contatti sono già intervenuti con le Prefetture territorialmente interessate per esporre e risolvere l’interpretazione legislativa e con i parlamentari poiché si renderà necessario un riconoscimento giuridico della nostra attività. In proposito un’articolata memoria è stata consegnata a Bologna al Ministro Fornero. E se Rimini avesse un efficiente e bellissimo aeroporto ma non arrivassero i cittadini russi e dell’est, “scippati” da territori italiani o da paesi che non sequestrano i loro acquisti, cosa ci faremmo a Miramare? Il museo delle occasioni perdute!