- Il dittico dei Duchi di Urbino, Ritratto di Federico da Montefeltro;
- Il Dittico dei Duchi di Urbino, Ritratto di Battista Sforza;
- Il dittico dei Duchi di Urbino, I Trionfi;
- San Gerolamo e un devoto;
- La Resurrezione;
- Il Battesimo di Cristo;
- La Natività.’
Montefeltro Vedute Rinascimentali, come entrare in un’opera d’arte
Bologna, 25 febbraio 2016 – E’ il territorio del Montefeltro ad aver ispirato famose opere di celebri pittori del Rinascimento come Piero della Francesca e Leonardo da Vinci. Se da una parte alcuni storici dell’arte ritenevano si trattasse di paesaggi immaginari, altri invece hanno cercato di collocarli geograficamente. Le studiose Rosetta Borchia e Olivia Nesci, ormai definite “cacciatrici di paesaggi”, li hanno ritrovati nel 2007 nel Montefeltro tra Emilia-Romagna, Marche e Toscana. Dai risultati di queste ricerche emerge che è proprio tra i picchi e le rupi calcaree della Valmarecchia e le dolci colline della valle del Metauro che si sono “materializzati” i più grandi capolavori del Rinascimento italiano.
L’avventura è iniziata con l’individuazione di un primo elemento del fondale che è alle spalle di Federico da Montefeltro, nel Dittico dei Duchi di Urbino di Piero della Francesca (esposto alla Galleria degli Uffizi, Firenze), che vede come sfondo la Vallata del fiume Metauro nel territorio dell’antico Ducato di Urbino.
Per l’eccezionalità della scoperta, Rosetta Borchia, pittrice ed esperta di paesaggi d’arte, dà inizio a una serie di ricerche storico-artistiche che insieme alle indagini scientifiche di Olivia Nesci, geomorfologa dell’Università di Urbino ed esperta del paesaggio fisico, porterà al riconoscimento di tutti gli sfondi del Dittico (ritratti di Battista Sforza e di Federico da Montefeltro e I Trionfi).
L’approccio metodologico, assolutamente innovativo, sperimentato per la prima volta su paesaggi pittorici, pone le basi scientifiche per le future indagini che porteranno al ritrovamento di altri sfondi di opere pierfrancescane in tutto il territorio del Montefeltro (San Gerolamo e un devoto, Il Battesimo di Cristo, La Natività e La Resurrezione).
I fondali rappresentati, infatti, riconducono ai paesaggi che Piero incontrava negli abituali percorsi che dalla sua Sansepolcro lo portavano alle Corti di Urbino e di Rimini.
Grazie alla frequentazione assidua e minuziosa di questo territorio, le due ricercatrici maturano e potenziano il proprio metodo sperimentale, associandolo agli aspetti storico-artistici del territorio, alle biografie degli artisti e ai documenti dei loro committenti, agli aspetti matematici, ecologici e di evoluzione del clima per spiegare le possibili modifiche ambientali.
Nel 2008 fanno una scoperta sensazionale: ritrovano il paesaggio della Gioconda di Leonardo da Vinci tra Romagna, Marche, Toscana e Umbria. Grazie alla tecnologia informatica, il territorio viene rilevato e analizzato con audaci diagnostiche come l’utilizzo di droni, che hanno permesso di effettuare voli ad alta quota per osservare con lo stesso “punto di vista” dei grandi pittori.
Dopo la pubblicazione de Il Paesaggio Invisibile. La scoperta dei veri paesaggi di Piero della Francesca (Il Lavoro Editoriale Ed.) le studiose presentano le loro ricerche a convegni nazionali ed internazionali e pubblicano su numerose riviste scientifiche; nel 2012 esce per le edizioni Electa-Mondadori il libro Il Codice P, atlante illustrato del reale paesaggio della Gioconda, e per le ricerche future avranno anche il supporto scientifico del Centro dell’Ateneo di Urbino “Urbino e la prospettiva. L’umanesimo scientifico da Piero della Francesca e Leonardo da Vinci alla rivoluzione galileiana”, di cui Olivia Nesci è docente fondatore.
Da queste scoperte è nato Montefeltro Vedute Rinascimentali, un progetto di grande interesse storico, culturale e turistico, che in questi anni è stato presentato con successo in diversi contesti istituzionali e culturali con conferenze ed una mostra ad Amsterdam, Londra, Sofia, Lione, Manama, Helsinki, Cracovia, Beirut, cui seguiranno Parigi e Istanbul nel corso del 2016, grazie alla collaborazione degli Istituti Italiani di Cultura.
L’11 Aprile questi “paesaggi dipinti” saranno oggetto di una conferenza organizzata da Isabelle Mallez, direttrice dell’Istituto di Cultura Francese e Console Onorario a Firenze, con la presenza di Neville Rowley, esperto di Piero della Francesca, docente all’Ecole du Louvre di Parigi e Conservateur pour l’art italien des XIVe-XVe siècles al Gemäldegalerie e al Bode-Museum di Berlino, e di Paolo Fabbri, semiologo riminese di fama internazionale, che ha ricoperto prestigiosi incarichi presso importanti istituzioni culturali in Italia e all’estero.
Il progetto Montefeltro Vedute Rinascimentali realizzato dall’Associazione omonima, grazie al supporto della Regione Emilia-Romagna e della Regione Marche, ha sviluppato nuove forme di turismo culturale che, attraverso la creazione di percorsi artistici e paesaggistici, uno staff di esperti e guide preparate ad hoc, portano i viaggiatori all’interno dei “paesaggi misteriosi” delle celebri opere d’arte esposte in musei nazionali ed internazionali, creando un nuovo ed alternativo concetto di museo ed un format assolutamente innovativo per una lettura integrata del territorio.
Il progetto “I balconi di Piero”
La Provincia di Rimini e la Regione Emilia Romagna, finanziano il progetto “I balconi di Piero”. Si tratta di spazi panoramici, piccoli belvedere disseminati lungo le due strade che Piero percorreva per raggiungere i committenti a Urbino e a Rimini: paesaggi ancora intatti che è possibile ammirare grazie a “punti di avvistamento culturale”, con pannelli didattici in cui sono riprodotte le opere.
Sette balconi su sette “sfondi d’arte” che creano un Museo diffuso tra valli, colline, rupi e alti rilievi: