Rimini, 29 agosto 2012 – La Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini prende atto con soddisfazione della avvenuta convocazione dell’Assemblea dei soci di Banca Carim SpA per il prossimo 27 settembre.
La ricostituzione degli organi sociali, che in tale sede sarà approvata, segnerà il rilascio dell’istituto ai suoi azionisti e, pertanto, il termine dell’amministrazione straordinaria durata 24 mesi.
Si avvia così a soluzione una delle vicende più delicate e complesse che abbiano toccato l’economia riminese, oltreché direttamente gli azionisti, negli ultimi lustri.
Il ritorno all’attività ordinaria della principale banca del territorio è, quindi, anche motivo di speranza per il percorso di ripresa economica che la provincia di Rimini – al pari di altri territori e dell’intero paese – deve intraprendere. Ora, dopo il lavoro di riorganizzazione effettuato dai Commissari Straordinari, è il momento di predisporre le condizioni per il rilancio dell’attività della Cassa di Risparmio. È opinione della Fondazione, in quanto azionista di maggioranza dell’istituto, che la prima condizione sia la rimessa a fuoco della mission strategica della Banca. Nei suoi oltre 170 anni di storia, la Cassa di Risparmio è sempre stata la banca del territorio, punto di riferimento per famiglie, operatori, artigiani, piccoli imprenditori, originariamente vocata a favorire il risparmio come forma di previdenza e di tutela soprattutto dei ceti meno abbienti. Oggi, e in particolare nell’attuale contesto di crisi economica, la Cassa è chiamata a riprendere e reinterpretare questo ruolo chiave, aggiornandolo ed implementandolo con gli strumenti e le modalità disponibili e più efficaci. La seconda condizione è legata alla guida dell’istituto. Nell’Assemblea del 27 settembre saranno nominati i nuovi componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio dei Revisori. A loro spetterà il compito di attuare al meglio la linea strategica della Banca, ponendo attenzione al necessario equilibrio tra valori patrimoniali, attività commerciale e impieghi, a tutela non solo di risparmiatori e azionisti ma dell’intero tessuto economico locale. La Fondazione, in sede di organo amministrativo, cui appartiene la competenza delle nomine nelle società partecipate, ha svolto un’ampia riflessione su tale argomento assumendo come criterio prioritario la volontà di dare alla Cassa un governo snello, autorevole, competente, capace da un lato di raccogliere le indicazioni e i suggerimenti della Vigilanza, dall’altro di imboccare con decisione e con mano sicura la strada della ripresa. Per questo ha anzitutto proposto che il nuovo Consiglio fosse composto da sette membri anziché da undici, idea che è poi stata condivisa e fatta propria dal Commissario Straordinario e da Banca d’Italia. I nomi che la Fondazione, per quanto di sua competenza, indicherà rispondono tutti ad un criterio di merito. Negli ultimi mesi sono state segnalate o presentate alla Fondazione numerose candidature; tutte sono state esaminate, considerate e verificate in base alle caratteristiche di esperienza e competenza ed alla luce delle disposizioni di Vigilanza e dei principi dettagliati nella delibera assunta dal Commissario Straordinario. Le figure che il Consiglio di Amministrazione ha ipotizzato, e che nei prossimi giorni verranno indicate, sono frutto di un siffatto lavoro, svolto autonomamente e al di fuori di logiche e preoccupazioni dettate da calcoli o interessi ascrivibili a gruppi di pressione interni od esterni alla Fondazione. E, del resto, il periodo di amministrazione straordinaria – unitamente alla crisi economica generale – ha generato per tutti uno scenario nuovo che, si comprende bene, non può essere affrontato con lo sguardo rivolto al passato. Ciò che sta a cuore al Consiglio di Amministrazione della Fondazione è, in via del tutto prioritaria, indicare una squadra forte, in grado – per capacità tecniche e sensibilità istituzionale – di: 1) riavviare il percorso di crescita della Cassa di Risparmio perché, dopo due anni di commissariamento, possa tornare ad essere a pieno titolo la banca di riferimento dell’area riminese; 2) rispondere con responsabilità a clientela ed azionisti. Non può esserci spazio per altre valutazioni. La terza condizione è legata alla necessaria attenzione che tutti gli azionisti – e certo, in primis, la Fondazione – dovranno rivolgere alla Cassa, affinché, pur senza confusioni di ruolo, si possa recuperare un rapporto improntato a chiarezza, trasparenza, fiducia. La Fondazione e tutti quei riminesi che hanno compiuto un grande sforzo per salvaguardare l’autonomia della Banca, in primo luogo attraverso l’aumento di capitale, in secondo luogo favorendo le condizioni per l’uscita dal commissariamento, chiedono che il loro impegno venga messo a frutto per costruire un processo virtuoso. La Fondazione è convinta che vi siano tutti i presupposti, a cominciare dalle personalità che saranno chiamate a guidare l’istituto, perché la Cassa riprenda autorevolmente il posto che ha sempre occupato a servizio della comunità economica e sociale del territorio provinciale. Il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini Avv. Massimo Pasquinelli