Dio, la Bibbia e l’origine dell’uomo. A MobyCult l’interpretazione rivoluzionaria di Mauro Biglino.

Rimini, 21 agosto 2015 – La sua lettura rivoluzionaria l’ha già proposta in lavori precedenti (La Bibbia non è un libro sacro, La Bibbia è un libro di storia). Con il suo ultimo libro, La Bibbia non parla di Dio (Ed. Mondadori), Mauro Biglino, studioso di storia delle religioni, sfida ancora una volta in maniera radicale il testo su cui si fondano le religioni monoteiste, l’Antico Testamento. Arrivando addirittura ad ipotizzare che il Dio di cui si parla nella Bibbia possa essere un alieno.

Non poteva allora che essere l’esperto di ufologia Roberto Pinotti, già incontrato a MobyCult la scorsa settimana, ad intervistare Mauro Biglino, prossimo ospite, sabato 22 agosto (ore 21,30), della rassegna di incontri con gli autori diretta da Manola Lazzarini. L’appuntamento è come di consueto nel Corte del Soccorso di Castel Sismondo a Rimini.

Chi è il Dio di cui si parla nell’Antico Testamento? Di cosa parla davvero la Bibbia? Per rispondere a queste domande Biglino si affida alla traduzione letterale del testo biblico ebraico. Una impostazione che lo porta a fare piazza pulita di ogni lettura teologica e spiritualistica. E allora: chi era Yahweh? Semplicemente “uno dei tanti Elohim che si sono spartiti vari territori con relativi popoli su cui governare e da cui trarre il massimo del vantaggio personale in termini di potere e ricchezza” dice Biglino. E la Creazione descritta nella Genesi? “Usare il termine creazione è improprio” afferma lo studioso. Le sue considerazioni sono il risultato di anni di studi e traduzioni del testo biblico, addirittura per la più importante casa editrice cattolica d’Italia, le Edizioni San Paolo, per la quale Biglino ha tradotto in passato 17 libri dell’Antico Testamento. Un rapporto di lavoro che inevitabilmente si è interrotto alla luce della dirompente linea interpretativa adottata dallo studioso torinese che ha quindi intrapreso un percorso personale che lo ha portato nel giro di pochi anni a pubblicare diversi libri sulla Bibbia, pubblicati dapprima dalla Uno Editori, per approdare infine con “La Bibbia non parla di Dio” alla Mondadori.

Il primo passo del suo metodo è quello del “fare finta che”: se si “fa finta che” gli autori biblici abbiano voluto tramandare semplicemente fatti storici realmente accaduti, se si tolgono dalla Bibbia le interpretazioni metaforiche e teologiche che dogmi e abitudini culturali le hanno attribuito, e si applica una lettura laica e letterale, il quadro cambia in modo radicale. Ci si rende conto che la Bibbia non parla di Dio, né di alcunché di divino, ma di una storia tutta “fisica” che svela un’ipotesi dirompente sull’origine dell’essere umano sulla Terra. A supporto di questa tesi, l’autore porta una traduzione attenta dei testi: “Il Dio spirituale, trascendente, onnisciente e onnipotente non trova riscontro in nessuna parola presente nella lingua ebraica” afferma in conclusione.
Lunedì 24 agosto, invece, torna sul palco di MobyCult un fedelissimo come Marco Travaglio, con il suo libro fresco di stampa Slurp (ed Chiarelettere), ovvero una panoramica del “virus del leccaculismo” nel giornalismo nostrano. Alessandro Meluzzi, martedì 25 agosto incontrerà il pubblico con il suo ultimo libro “Il maschio fragile”, un lavoro che parte dall’analisi di alcuni casi di stalking e femminicidio. Infine, a chiusura della rassegna, venerdì 28 agosto lo scrittore riminese Marco Missiroli presenterà a Castel Sismondo il suo “Atti osceni in luogo privato”, libro rivelazione della narrativa italiana di quest’anno.

 
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