Il Tempio Malatestiano oltre l’Italia
Scritti forestieri fra Ottocento e Novecento
LO SGUARDO SUL TEMPIO DI DUE STORICI, BURCKHARDT E WARBURG,
DESCRITTO DAGLI INTELLETTUALI CONTEMPORANEI ANDREA PINOTTI E MARCO BERTOZZI
È il fulcro del secondo appuntamento del ciclo dedicato alla grande opera architettonica riminese
In programma domani dalle ore 18,00 all’interno del Tempio Malatestiano
Rimini, 7 novembre 2013 – Cosa ha evidenziato il pensiero di due grandi storici, come Burckhardt e Warburg, del Tempio Malatestiano riminese, dipanandone la complessità culturale e decifrandone le simbologie, pensiero illustrato da due studiosi contemporanei come Pinotti e Bertozzi. Da qui parte il secondo appuntamento del ciclo “Il Tempio Malatestiano oltre l’Italia. Scritti Forestieri tra Ottocento e Novecento”, previsto per domani, venerdì 8 novembre 2013, dalle ore 18,00 all’interno del Tempio Malatestiano. Ad aprire l’incontro sarà il professor Andrea Pinotti dell’Università degli Studi di Milano con una relazione su «A Rimini ci deve essere di più». Il Rinascimento di Jacob Burckhardt”. “Le riflessioni dedicate da Jacob Burckhardt al mondo storico-culturale riminese (alla famiglia dei Malatesta e al Tempio Malatestiano) – afferma il prof. Pinotti – costituiranno l’innesco per rimettere in discussione alcuni luoghi comuni che spesso deformano il “quadro” del Rinascimento tratteggiato dal grande storico e storico dell’arte svizzero: si prenderanno in esame in particolare, dal punto di vista storico, la questione del rinascimentale “uomo senza scrupoli”; dal punto di vista storico-artistico, il problema dello stile rinascimentale come stile non originario e non organico. Di qui si muoverà a una più ampia trattazione del senso complessivo attribuito da Burckhardt al fare storia e storia dell’arte come composizione di “quadri” e individuazione di “tipi”. Seguirà l’intervento del professor Marco Bertozzi dell’Università degli Studi di Ferrara sul tema “Aby Warburg a Rimini: una “discesa” nel Tempio di Alberti e Sigismondo”. “Il grande storico della cultura, Aby Warburg (1866-1929) – rivela il prof. Bertozzi – aveva sempre manifestato il suo profondo interesse per il Tempio Malatestiano, dalla dissertazione su Botticelli del 1893, fino alle sue ultime ricerche, quando preparava le tavole di “Mnemosyne”, il suo “Atlante della memoria” (a Rimini è dedicata la tavola 25). Le sue innovative indagini sulla storia delle raffigurazioni astrologiche erano orientate a comprendere la funzione “matematizzante” dell’astrologia, come elemento di “mediazione” tra logica e magia (un conflitto destinato a ripresentarsi nel corso del tempo). La cappella dei pianeti del Tempio Malatestiano rappresentava, per Warburg, una prima tappa in questo ambiguo progresso, seguita (nella riconquista dell’Olimpo greco) dalle folgoranti immagini degli affreschi astrologici di Palazzo Schifanoia a Ferrara. Durante suo ultimo viaggio in Italia (1928-1929), insieme a Gertrud Bing, si era fermato a Rimini per alcuni giorni. Nel diario, sono minutamente descritti gli incontri riminesi, compreso quello con il giovane Augusto Campana, che volentieri fece da guida agli illustri ospiti. In seguito, proseguendo il viaggio verso Roma (e poi Napoli), Warburg scriveva di avere trovato una spiegazione della cappella (dei pianeti) di Rimini; di tale spiegazione si cercherà di chiarire il senso durante la conferenza”. Andrea Pinotti, docente di Estetica all’Università degli Studi di Milano, si è formato nella stesso ateneo (laurea e dottorato di ricerca), perfezionando la propria formazione negli istituti universitari di Monaco di Baviera. Raffinato interprete del pensiero estetico soprattutto di area germanica, ha, al suo attivo, un numero considerevole di saggi e articoli critici e un’importante attività di curatela e traduzione di testi della grande cultura filosofica europea. Tra i suoi libri ricordiamo: Empatia. Storia di un’idea da Platone al postumano, (Laterza, Roma-Bari 2011), Quadro e tipo. L’estetico in Burckhardt, (il Castoro, Milano 2004), Memorie del neutro. Morfologia dell’immagine in Aby Warburg, (Mimesis, Milano 2001), Piccola storia della lontananza. Walter Benjamin storico della percezione, (Raffaello Cortina, Milano 1999). Marco Bertozzi è docente di Filosofia Teoretica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Ferrara, dove ha insegnato anche Filosofia della Storia e Filosofia Politica. È direttore dell’Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara. I suoi studi si sono indirizzati verso l’interpretazione iconologica dell’opera d’arte, indagando i manufatti come espressioni di pensiero pari a quelle della filosofia, della teologia, della poesia. Tra le sue pubblicazioni: La tirannia degli astri. Gli affreschi astrologici di Palazzo Schifanoia (Cappelli, Bologna, 1985; nuova edizione ampliata: Sillabe, Livorno, 1999; ristampa 2004); Segni, simboli, visioni: il Tempio Malatestiano e i suoi enigmi, in: Templum Mirabile, Fondazione Cassa di Risparmio, Rimini, 2003; Giorgio Gemisto Pletone e il mito del paganesimo antico, in: Sul ritorno di Pletone. Un filosofo a Rimini, Raffaelli, Rimini, 2003; Il detective melanconico e altri saggi filosofici (Feltrinelli, Milano, 2008). Ha curato gli atti dei convegni: Aby Warburg e le metamorfosi degli antichi dèi (Panini, Modena, 2002); Nello specchio del cielo. Giovanni Pico della Mirandola e le «Disputationes» contro l’astrologia divinatoria (Olschki, Firenze, 2008). Ha scritto la prefazione alla recente edizione critica di: Pico della Mirandola, Dell’Ente e dell’Uno, a cura di R. Ebgi e F. Bacchelli, postfazione di Massimo Cacciari (Bompiani, Milano, 2010). Il ciclo “Il Tempio Malatestiano oltre l’Italia. Scritti Forestieri tra Ottocento e Novecento” nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Rimini, con il patrocino dell’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, dell’Università degli Studi di Ferrara e Museo della Città di Rimini (Mente Locale, 2013) e l’ospitalità della Diocesi di Rimini. È a cura della professoressa Paola Spinozzi in collaborazione con Alessandro Giovanardi e Massimo Pulini. La partecipazione dei docenti al ciclo d’incontro è riconosciuta quale attività di formazione dal Ministero dell’Istruzione, in quanto promossa dai Musei Comunali di Rimini, struttura accreditata con decreto del 14.03.2003 ai sensi del D.M. n. 177/2000 riconfermato con decreto del 14.07.2006.