Il Tempio Malatestiano oltre l’Italia
Scritti forestieri fra Ottocento e Novecento
Gli echi malatestiani nelle opere degli scrittori Joséphin Péladan e Henri de Montherlant.
Domani alle 18.00 al Tempio Malatestiano.
Rimini, 28 novembre 2013 – La figura di Sigismondo Malatesta e il Tempio malatestiano descritti e reinventati negli scritti dei francesi Joséphin Péladan e Henri de Montherlant saranno al centro del quarto e ultimo incontro del ciclo “Il Tempio Malatestiano oltre l’Italia. Scritti forestieri tra Ottocento e Novecento”, a cura di Paola Spinozzi, in collaborazione con Alessandro Giovanardi e Massimo Pulini. L’appuntamento è previsto domani, venerdì 29 novembre 2013, dalle ore 18,00 all’interno del Tempio. Parteciperanno Marisa Verna (Università Cattolica del “Sacro Cuore” di Milano) e Michela Gardini (Università degli Studi di Bergamo). Aprirà l’incontro Marisa Verna con una relazione su “Sigismondo “un criminale neoplatonico”. Péladan lettore mistico del Tempio”. “Nell’opera di Joséphin Péladan – anticipa la Verna – Sigismondo Malatesta compare sia come personaggio narrativo (nel romanzo le Vice Suprême, del 1884), che come persona storica (nel trattato estetico L’Art Idéaliste et Mystique, del 1909). Se nel romanzo Péladan descrive un discendente immaginario di Sigismondo, che da lui avrebbe ereditato il gusto della bellezza ma non la forza morale, nel trattato del 1909 il Malatesta viene descritto come un “eletto”, un sapiente a parte dei segreti del Neoplatonismo. In quanto tale, egli sarebbe al di sopra delle leggi della morale comune, e pur essendo esplicitamente descritto come un “criminale” e accusato di aver ucciso la propria moglie, Sigismondo è elevato da Péladan al rango di una speciale santità: la santità dell’arte e della bellezza”. Marisa Verna, titolare della cattedra di Lingua e Letteratura Francese all’Università Cattolica del “Sacro Cuore” di Milano, è autrice dell’importante monografia edita da “Vita e Pensiero”, L’opera teatrale di Joséphin Péladan. Esoterismo e magia nel dramma simbolista (1999). La Verna, considerata una delle massime esperte del pensiero estetico e filosofico di Péladan è soprattutto una raffinata conoscitrice delle correnti letterarie francesi tra la fine dell’Ottocento e il principio del Novecento. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo la curatela con S. Cigada di Simbolismo e Naturalismo tra lingua e testo, Vita e Pensiero, 2010 e le monografie Proust e lo spazio, Educatt, 2009; Le sens du plaisir. Des synesthésies proustiennes, 2013; Simbolismo e Naturalismo: un confronto, Vita e Pensiero, 2006. Seguirà l’intervento di Michela Gardini con una dissertazione su “Echi malatestiani in Péladan e Montherlant”. “L’originalità dello sguardo portato da Joséphin Péladan e da Henri de Montherlant al Tempio Malatestiano – afferma la Gardini – consiste principalmente nel fatto che nelle loro opere quest’ultimo si configura come uno spazio mentale, lo schermo di ideali proiezioni, a fronte del fatto che né Montherlant nel Novecento, né presumibilmente Péladan alla fine dell’Ottocento videro mai il Tempio, pur subendone il fascino derivato dalla sua leggenda”. Michela Gardini è ricercatrice confermata di Letteratura Francese presso l’Università degli Studi di Bergamo. Ha conseguito il dottorato di ricerca in “Recherches sur l’imaginaire” all’’Université Stendhal di Grenoble nel 2003 con una tesi dal titolo “L’imaginaire urbain fin de siècle”. Tra le sue pubblicazioni più significative: Liturgie decadenti. Péladan e l’estetica del magico, Bergamo, Sestante, 2012; Giovanna d’Arco e i suoi doppi, Bergamo, Sestante, 2009; Nei frammenti della modernità. L’immaginario della distruzione nella letteratura francese fra Ottocento e Novecento, Bergamo, Sestante, 2006. Il ciclo “Il Tempio Malatestiano oltre l’Italia. Scritti Forestieri tra Ottocento e Novecento” nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Rimini, con il patrocino dell’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, dell’Università degli Studi di Ferrara e Museo della Città di Rimini (Mente Locale, 2013) e l’ospitalità della Diocesi di Rimini. La partecipazione dei docenti al ciclo d’incontro è riconosciuta quale attività di formazione dal Ministero dell’Istruzione, in quanto promossa dai Musei Comunali di Rimini, struttura accreditata con decreto del 14.03.2003 ai sensi del D.M. n. 177/2000 riconfermato con decreto del 14.07.2006. INFO: Segreteria della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini Tel. 0541/351611 – Fax 0541/28660 – segreteria@fondcarim.it.