PREMIO RIMINI PER LA POESIA GIOVANE: ECCO I SETTE FINALISTI

130 manoscritti inediti pervenuti dall’Italia e dall’estero.

L’11 aprile la giornata finale davanti a 500 studenti delle scuole riminesi

Rimini, 20 marzo 2015 – Nella giornata mondiale della poesia la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e Parco Poesia annunciano i nomi dei sette finalisti del Premio Rimini per la Poesia Giovane.

Si tratta di sette poeti sotto i 35 anni, che nella mattinata di Sabato 11 Aprile, presso la Sala Manzoni, leggeranno di fronte alla grande giuria popolare composta da 500 studenti delle scuole superiori riminesi.

Saranno proprio i ragazzi in sala a determinare il vincitore, che potrà pubblicare il suo libro con una delle più importanti collane italiane dedicate alla poesia emergente.

Per questa seconda edizione del Premio Rimini sono arrivati ben 130 manoscritti inediti. La giuria junior, composta da 10 autori trentenni che hanno ruoli decisionali nel campo dell’editoria e della promozione della poesia contemporanea, ha selezionato 15 semifinalisti, che sono passati al vaglio della supergiuria composta da alcuni tra i più importanti nomi della poesia contemporanea e della critica. Ogni giudice ha scelto un finalista, il settimo è stato votato collettivamente dai dieci membri della giuria junior.

Ecco i nomi dei finalisti (in prevalenza donne), giovani dai 21 ai 35 anni, del Premio Rimini per la Poesia Giovane 2015.

Martina Abbondanza, ventunenne cesenate, l’unica romagnola del gruppo. E’ laureanda in lettere classiche all’Università di Firenze. E’ stata scelta da Alberto Bertoni, poeta, critico letterario e docente di letteratura italiana contemporanea all’Università di Bologna.

Marco Aragno, classe 1986, napoletano. Lavora come giornalista, ha già pubblicato il libro di poesia Zugunruhe ed è in uscita con il suo primo romanzo. E’ stato scelto per la finale da Gian Mario Villalta, poeta, narratore e direttore artistico del Festival Pordenonelegge.

Alberto Frigo, veneto, nato nel 1980, è quello che arriva da più lontano. Lavora infatti in ambito accademico nel campo della filosofia moderna e della critica d’arte tra Lione e Parigi, ed attualmente è Fellow all’Istituto Warburg di Londra. E’ stato scelto dalla poetessa e studiosa riminese  Rosita Copioli.

Gianluca Furnari, catanese, nato nel 1993, laureato in Lettere con una tesi sulle Rime d’amore di Torquato Tasso, studia Filologia Classica presso l’Università di Catania. E’ stato scelto all’unanimità dalla giuria junior.

Maddalena Lotter, venticinquenne veneziana, ha una laurea in lettere antiche con tesi su Ovidio nei Sonetti di Shakespeare, affianca il diploma con il massimo dei voti in flauto traverso presso il Conservatorio di Venezia, e l’attività di strumentista. E’ stata scelta da Roberto Galaverni, critico letterario del Corriere della Sera.

Michela Monferrini, nata nel 1986 a Roma, ha già ottenuto importanti risultati nel campo della narrativa. Vincitrice nel 2008 del Campiello Giovani, è autrice del romanzo Chiamami anche se è notte (Mondadori 2014) con cui era stata finalista al Premio Calvino. E’ stata scelta da Antonio Riccardi, direttore letterario Mondadori.

Federica Volpe, ventitreenne brianzola, laureata in Lingue e Letterature Straniere, è stata scelta dal Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini Massimo Pasquinelli.

 

Una poesia per ogni finalista

 

Deve esserci in ogni casa

un angolo inviolato.

Sul terrazzo, dietro alle scrivanie.

Una terra sacra

tra le mattonelle.

Ogni casa deve avere

un lembo nudo,

una fessura persa

qualcosa che non si nota.

Dagli angoli

si vedono

i Lilium freschi nel vaso.

Il giorno tutto.

Martina Abbondanza (Cesena, 1993)

 

Ma forse riconosceranno

Il brivido che siamo diventati

il suono che lasciamo passando

per lampade fulminate, per scambi

veloci di rotaie – o forse

faranno a meno dell’incontro

serale, davanti al tavolo della cena

a meno della preghiera

che pietosamente ci riunisce

quelli che abiteranno queste mura

una volta spezzata la chiave, forzata

la toppa, fatta a brandelli la rete

che tiene i confini della casa.

Marco Aragno (Napoli, 1986)

 

Sulla riva del lago che fa scura

Ogni cosa, i gatti vegliano i tuoi giorni.

Con la forza sicura dei bassi ostinati

Sostengono cieli pesanti ed inverni.

E quando siedi con loro in grembo

La tua speranza inerme confida

In ciò che loro vedono e tu non vedi.

Alberto Frigo (Sandrigo, 1980)

 

Il primo appuntamento fu alla luce nell’ora della luce: fu in quello spazio pieno la coagulazione delle voci, lo svegliarci l’un l’altro – divisi da ogni cosa – in ogni cosa, a una stessa distanza da ogni cosa; il nostro primo nascere (il vedere) fu quel manifestarci nella luce in nome della luce.

Gianluca Fùrnari (Catania, 1993)

 

Chiedimi di quei primi anni

a Bolgheri quando si diceva della bellezza

dei cipressi e del profumo dolciastro

come di insetto aperto

e io impaurivo, mi voltavo

perché i cipressi nel cimitero

devono stare; lunghi e neri

come tendini legano i corpi al cielo.

Maddalena Lotter (Venezia, 1990)

 

Cresciuti ad ordini del cloro e trasparenza,

combattevamo la noia parlando di noi alle piastrelle sul fondo

e ancora oggi, prestati all’estate di acque poco chiare,

sconfiggiamo la diffidenza nuotando da fantasisti,

dando gli occhi in pasto al sale:

molti dicono d’aver visto scale

scendere dal mare fino ad Atlantide.

Michela Monferrini (Roma, 1986)

 

Io sono la fissità della lumaca che tenta l’andare,

la bava acquea che finge il distendersi del passo,

e già da qualche tempo non mi controllo il battito

-se esisto sono un guscio che pesa come un lascito-.

Federica Volpe (Carate Brianza, 1991)