“Le radici del futuro”: una preziosa pubblicazione firmata Galvanina e dedicata ai colli riminesi
Rimini, 3 dicembre 2015 – È stato presentato nella Sala del Giudizio del Museo della Città il libro “Le radici del futuro”, realizzato dalla famiglia Mini, titolare dell’azienda “La Galvanina SpA” e impreziosito dalle immagini del fotografo Federico Rossi e dell’Archivio Storico Fotografico di “La Galvanina SpA” con le fotografie di Davide Minghini.
La pubblicazione ripercorre la millenaria storia della Fonte Galvanina, storia che si intreccia con il ‘presente’ e il ‘futuro’ della stessa e del suo territorio, un patrimonio culturale da cui ha origine il genio imprenditoriale di un marchio tutto riminese.
Invitati alla presentazione di oggi pomeriggio alle 17.30 al Museo della Città: Andrea Gnassi sindaco di Rimini, Massimo Pulini assessore alla cultura di Rimini, Patrizia Mini vice presidente di “La Galvanina Spa”, Andrea Succi responsabile del progetto editoriale, Marcello Cartoceti archeologo, Oreste Delucca storico delle fonti medievali, Giovanni Rimondini storico dell’architettura.
Il volume si caratterizza con una combinazione di testi storico-documentali, citazioni letterarie, riferimenti cinematografici, immagini storiche, immagini contemporanee, immagini di opere d’arte, planimetrie. I diversi elementi si completano a vicenda per una struttura che traccia un parallelo tra le vicende del colle Paradiso, il più noto tra i colli di Covignano e dove sgorga perenne la fonte Galvanina, la storia di Rimini, la nascita, la crescita e l’avvenire di un’azienda.
Ciascun destino è accomunato dal collegamento con l’acqua, una presenza che ha determinato i connotati ambientali di un territorio nel quale l’uomo in ogni epoca ha lasciato tracce della propria inventiva e intraprendenza. Queste tracce hanno contribuito a formare l’identità di una comunità, quella riminese, ed ecco l’ambizione anche divulgativa del libro, i cui testi sono bilingue (italiano e inglese).
La parte introduttiva del volume è punteggiata da manifesti pubblicitari e cinematografici d’epoca; ospita le riflessioni di Rino Mini, presidente di La Galvanina SpA, di Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, di Massimo Pulini, assessore alla cultura del Comune di Rimini, e del fotografo Federico Rossi.
Di seguito, si viene condotti nel cuore della pubblicazione e, per meglio comprenderne le sfumature, i distinti momenti della narrazione vengono “annunciati” da citazioni di personalità della cultura: così Giorgio Vasari, al quale si attribuisce il disegno alla base del cinquecentesco Monumento della fonte Galvanina, porta il lettore sui poggi riminesi per un viaggio tra Preistoria, Epoca etrusca e romana, Medioevo e Rinascimento, che approderà ai contenuti del simbolo adottato dal brand “Galvanina”.
I testi storico-documentali, curati dagli studiosi Marcello Cartoceti, Oreste Delucca e da Giovanni Rimondini, svelano le vicende attorno alle fonti che sgorgano alle pendici del colle Paradiso, che assunse in passato diversi toponimi, Scolca, nell’alto Medioevo, e anche Monte Sion, dovuti pare all’insediamento dal XV al XVIII secolo di una Comunità di Frati Girolimini. La zona è stata una delle prime aree abitate dall’uomo in Europa, presentando pure un alone di sacralità sin da epoca etrusca e romana. Nel Medioevo, è diventata sede di monasteri e romitori, di diversi edifici religiosi e, grazie alla fertilità del terreno e alle sue innumerevoli sorgenti naturali, l’area si arricchì di coltivazioni (vite e ulivi, frutteti), un giardino dove si costruirono case coloniche, residenze signorili, palazzi fortificati.
Le Terme di Covignano, oggi conosciute come Galvanina, hanno origine romana come desunto dagli studi effettuati, prendono forma tra il 1547 e il 1577, per iniziativa del gentiluomo riminese Guido Ubaldo Zanotti o Gianotti, nel cui progetto coinvolse nobili e letterati e persino Giorgio Vasari.
In seguito si ripercorrono poi i passaggi di proprietà, sin dal 1400 con la famiglia Zanotti, o con il marchese Soardi nel ‘700, con la famiglia Melandri dal 1887 che aprì il primo stabilimento di imbottigliamento nel 1901 ed infine con la famiglia Mini dalla metà del ‘900 artefice dell’industrializzazione moderna e che dotò Rimini del suo primo stabilimento termale nel 1970.
Con un frammento da “Le città invisibili” di Italo Calvino, si entra nella prima delle due parti in cui il racconto è affidato solo alle immagini ed è un racconto sulle “Fonti del benessere”, con il quale si attraversano le gallerie “adduttrici” dell’acqua minerale, si scopre la roccia madre della fonte, ma anche la nascita e la crescita dello stabilimento di imbottigliamento dell’acqua minerale dagli anni Venti del secolo scorso a oggi.
“…Rimini è un pastrocchio, confuso, pauroso, tenero, con questo grande respiro, questo vuoto aperto del mare. …”. Il pensiero appartiene a Federico Fellini, che avvia il secondo racconto per immagini del libro che rincorre “la magia artistica” del grande regista riminese. Ne nasce un inaspettato gioco di specchi tra fotografie di acqua e di bottiglie e immagini tratte dai capolavori felliniani dagli indimenticabili protagonisti: La dolce vita, La città delle donne, 8½, Amarcord, La tentazione del dottor Antonio.
È affidata a una visione di Rimini del pittore e scrittore britannico Adrian Stockes, invece, la sezione dedicata all’arte di questa città. Lo studioso Giovanni Rimondini in una breve ma “densa” lezione di storia illustra i più importanti monumenti riminesi, la statua di Giulio Cesare, l’Arco d’Augusto, il Ponte di Augusto e di Tiberio, Castel Sismondo, il Tempio Malatestiano. Monumenti di epoche diverse che segnano il territorio e che accompagnano di pari passo anche la storia della Galvanina ed i suoi monumenti e reperti archeologici.
Con Joseph Conrad si entra nell’ultima sezione del testo incentrata sulla Galvanina, come fonte e come azienda con i suoi progetti di sviluppo. Per comprendere le virtù di questa “fonte”, l’arch. Matteo Zamagni offre una descrizione ambientale di Covignano che definisce “un serbatoio di biodiversità” dal duplice aspetto: in senso ecologico, è un ecomosaico dai molteplici esemplari floristici e faunistici, attraversato da corridoi verdi che lo collegano alla costa e all’entroterra”, mentre in senso lato Covignano mostra pure una “biodiversità culturale”, poiché il suo paesaggio è un mosaico rurale e storico: “Risultato di una felice e proficua interazione fra l’uomo e la terra”.
Per conservare e rendere fruibili a tutti la storia, dall’antichità all’età moderna, del Colle di Covignano, nel 1970 fu realizzato il “Museo La Galvanina” che ospita alcuni dei materiali naturalistici, oltre che archeologici, artistici e architettonici recuperati durante i lavori di restauro della Fonte Monumentale e di riqualificazione del parco e dello stabilimento. Tra le opere in mostra, carica di fascino è “una testa femminile” della prima epoca imperiale e lo stemma cinquecentesco divenuto oggi il simbolo della Galvanina SpA.
E nella consapevolezza di porre la massima cura nel convivere con questa “eredità ambientale e culturale”, La Galvanina SpA si appresta ad investire in un progetto di riqualificazione architettonica e paesaggistica della propria sede, del sito e dell’ambiente circostante. Il progetto ambisce ad essere un piano d’intervento sostenibile all’avanguardia.
Numerose le novità previste, tra le quali: l’ampliamento del fabbricato per l’imbottigliamento, la riorganizzazione del ristorante “Il Pomod’Oro” con tanto di laboratorio didattico sul cibo e le bevande, il recupero di edifici per la realizzazione di un nuovo Centro benessere. Sono previste anche la messa a dimora di nuovi esemplari arborei, arbustivi ed erbacei, la sistemazione del parco termale e la creazione di un sistema di orti didattici. Tutti gli interventi verranno eseguiti nel rispetto dell’ecosistema mostrando una particolare sensibilità verso “biodiversità, sostenibilità ambientale, permeabilità dei suoli, risparmio energetico, gestione non energivora delle risorse”.
Cesare Trevisani
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