IN SCIENTIAFIDES A MILANO PER BIMBI IN FIERA INCONTRATE 500 COPPIE DI FUTURI GENITORI: IL 70% NON E’ A CONOSCENZA CHE ESISTE LA POSSIBILITA’ DI NON DISPERDERE LE CELLULE STAMINALI DEL CORDONE OMBELICALE.
Piroli, direttore generale InScientaiFides: “Quanto è emerso è imbarazzante. Fare educazione sanitaria dovrebbe essere un compito dello Stato”.
Milano, 13 ottobre 2014 – Un fine settimana trascorso a Milano per “Bimbi in Fiera” incontrando 500 coppie di futuri genitori e constatare che ben il 70% di loro non era stato informato sulla possibilità di conservare le cellule staminali del cordone ombelicale del proprio bambino alla nascita.
Si riassume così il bilancio riportato dalla biobanca InScientiaFides, nel capoluogo lombardo per partecipare ad un appuntamento pensato per le famiglie e dedicarsi All’educazione sanitaria sul tema delle cellule staminali, le loro potenzialità e la possibilità di conservarle.
“È imbarazzante quanto è emerso– afferma la dott.ssa Luana Piroli, presente in fiera con alcune collaboratrici -circa il 70% delle persone con le quali abbiamo parlato non conosceva l’opportunità di conservare o donare il sangue cordonale. Il restante 30% aveva le idee molto confuse dalle troppe notizie incoerenti disponibili. Fare educazione sanitaria dovrebbe essere un compito dello Stato – aggiunge la Piroli -, soprattutto quando questo scrive all’art. 1 del decreto ministeriale che guarda alla conservazione del sangue da cordone ombelicale come ad un interesse primario per il Servizio Sanitario Nazionale. Ma ciò non accade nonostante i fondi destinati a questo scopo!”
“Una constatazione amara – aggiunge la Piroli – consci che le cellule staminali sono una risorsa talmente importante che si sta ampliando il numero e l’importanza delle patologie (già oltre 70) con cui utilizzare il sangue cordonale”.
E pensare che proprio qualche settimana fa il Ministero della Salute ha integrato lo specifico Decreto Ministeriale con tre ulteriori patologie, la Sindrome di Down, le Immunodeficienze Acquisite e la Neufibromatosi di Tipo I. Dati ufficiali riportano che ad oggi il 59% dei trapianti viene effettuato con cellule staminali proprie (autologhe).
“Quindi – conclude la dott.ssa Piroli – consci della straordinaria importanza di una corretta informazione e per fornire ai cittadini gli elementi utili ad una scelta consapevole e democratica, continueremo ad occuparci di trasferire il contenuto scientifico di un’azione che riduce lo spreco di una risorsa così importante”.