LA BIOBANCA INSCIENTIAFIDES GIUDICA POSITIVAMENTE L’INTERVENTO DELL’ANTITRUST ITALIANA: “BENE PIU’ REGOLE E PIU’ CONTROLLI PER PRIVATO E PUBBLICO MA LA QUALITA’ SIA PREMIATA. DOBBIAMO EVITARE IL DRAMMATICO SPRECO DI CORDONI OMBELICALI”.

Repubblica San Marino, 14 aprile 2012 – L’indicazione dell’Antitrust italiana, che ha riordinato e regolamentato l’informazione da fornire ai genitori che intendono avvalersi del servizio di conservazione delle cellule staminali cordonali, non ha colto di sorpresa la biobanca sammarinese InScientiaFides, che sin dal primo giorno ha messo a disposizione dell’autorità tutti i materiali informativi affinché fossero analizzati e verificati nella loro correttezza.

“Auspichiamo da sempre una regolamentazione precisa del nostro settore e controlli altrettanti puntuali su come operano le strutture private e pubbliche che conservano cellule staminali da sangue cordonale – commenta Luana Piroli, Direttore Generale della Biobanca InScientiaFides della Repubblica di San Marino – e altrettanta attenzione è giusto porla a come e a cosa comunicano le società, da quelle commerciali che hanno sede in Italia alle vere e proprie biobanche come la nostra che hanno sede all’estero. Attraverso un dialogo costruttivo ed al fine di aver la certezza di rispondere alla corretta informativa abbiamo sottoposto il nostro materiale informativo, dal sito internet agli stampati, all’antitrust italiana, che non ha riscontrato alcuna criticità, ma semplicemente ci ha suggerito di inserire le nuove indicazioni scientifiche fornite dall’EBMT (organizzazione scientifica ematologi) nel 2010 circa le applicazioni terapeutiche”.

In generale, un’alleanza fra pubblico e privato all’insegna della qualità resta secondo InScientiaFides l’unica strada percorribile per ottenere il risultato che dovrebbe stare a cuore a tutti: abbattere la quota del 95% di cordoni ombelicali che oggi finiscono nel cestino dopo il parto.

“Fissare il dibattito su donazione e conservazione è un finto problema ed è utile solo a perdere tempo – conclude Luana Piroli – La verità è che l’una o l’altra forma sono precluse per mancanza di informazione o per mancanza di possibilità e questo in un paese civile è inaccettabile. Chiediamo che sia data la possibilità anche alle banche private, quelle che come noi hanno in corso accreditamento FACT che certifica un livello di professionalità assoluto e indiscutibile, al di sopra anche di tantissime strutture pubbliche italiane, di poter dialogare alla pari e insieme lavorare per abbattere quella vergognosa percentuale”.