Al 39° EBMT (European Group for Blood and Marrow Trasplantation) la Fondazione InScientiaFides presenterà il lavoro scientifico condotto insieme
alle Università LUISS e La Sapienza di Roma.
“Ci saranno straordinarie opportunità di sviluppo se Pubblico e Privato
sapranno trovare un terreno di collaborazione nell’interesse esclusivo della salute dei cittadini”
5 aprile 2013 – Il 95% dei cordoni ombelicali in Italia finisce nel bidone dei rifiuti. A causare ciò, il fatto che la donazione e la conservazione delle cellule staminali del sangue cordonale sono opportunità che raramente vengono presentate alla coppia che sta per avere un bambino. E con il cordone ombelicale, vengono gettate preziose risorse utili a numerosi pazienti. La Fondazione InScientiaFides, unitamente alle università LUISS e La Sapienza di Roma, ha elaborato e realizzato uno studio scientifico che può dare un contributo importante al dibattito sulle cellule staminali estratte dal sangue del cordone ombelicale, per arrivare a risultati più consoni ad un Paese che comprende e approfitta delle potenzialità terapeutiche delle staminali cordonali. I risultati ottenuti lunedì 8 saranno presentati in forma di Poster scientifico dal Dott. Daniele Mazzocchetti, Responsabile Sviluppo e Ricerca InScientiaFides, al 39° congresso EBMT che si svolgerà dal 7 al 10 aprile 2013 a Londra. EBMT è fra gli appuntamenti più importanti a livello mondiale nel settore dell’ematologia e dei trapianti; vedrà i principali protagonisti confrontarsi e discutere sulle ultime innovazioni e sulle prospettive future di questo ambito. La Fondazione InScientiaFides sarà presente con i suoi collaboratori che si occupano di ricerca e dello studio sulle staminali adulte. L’idea alla base del progetto è quella di individuare le caratteristiche migliori che possano identificare velocemente, e in modo sicuro, i campioni di sangue cordonale con un elevato contenuto di cellule staminali. L’analisi statistica applicata ai campioni ha chiarito in modo certo che questa caratteristica è il numero di Cellule Nucleate Totali, di cui le cellule staminali sono un sotto insieme. I risultati hanno portato ad elaborare un nuovo modello di gestione della conservazione di cellule staminali in Italia. Le ricerche sono state condotte nei laboratori della biobanca InScientiaFides, fra le 40 accreditate Fact Netcord nel mondo e in quelli delle università. Il modello prevede una collaborazione fra strutture pubbliche e private che si occupano di conservazione di cellule staminali cordonali, che elimini le contrapposizioni oggi esistenti, e che le veda protagoniste di un unico progetto, che abbia come obiettivo quello di accrescere il numero di unità conservate, siano esse donate pubblicamente o conservate in modo privato. “Le cellule staminali e le loro potenzialità terapeutiche – dice Luana Piroli, Presidente della Fondazione InScientiaFides – sono nuovamente all’attenzione popolare per i casi di bambini ai quali alternativamente vengono concesse o negate cure cosiddette ‘compassionevoli’. La luce dei riflettori dei media ha generato anche molta confusione, quasi che l’utilizzo delle staminali nel nostro Paese debba dipendere dalle decisioni di un Tribunale. Va spiegato, e la Fondazione si impegna in una costante attività di educazione sanitaria, che non è così. Da 25 anni le staminali sono utilizzate secondo indicazioni cliniche per le quali è consolidato l’uso per il trapianto di cellule staminali ematopoietiche, con comprovata documentazione di efficacia per un’ottantina di gravi patologie, affermando l’opportunità della raccolta dedicata di sangue cordonale. A stabilirlo è un decreto legislativo del 2009 e nell’autunno scorso anche l’Unione Europea ha invitato i Paesi dell’UE a stimolare donazione e conservazione tramite la diffusione della conoscenza di tale opportunità. Il lavoro scientifico che abbiamo svolto con LUISS e La Sapienza apre una strada nuova in questa direzione, a vantaggio della salute dei cittadini”.