Rimini, 21 dicembre 2021 – Inaugurata ieri (lunedì 20 dicembre) la sede della Fondazione Rete delle Professioni Tecniche della Provincia di Rimini, che coinvolge gli ordini professionali di Architetti, Geometri, Ingegneri e Periti Industriali.
Apre dunque ufficialmente il “Palazzo delle Professioni Tecniche” che ha trovato la sua casa al primo piano dell’ex sede della Provincia di Rimini in Corso d’Augusto.
Al taglio del nastro erano presenti i quattro presidenti degli Ordini: Gabriella F. Marangelli (Architetti) Massimo Giorgetti (Geometri), Roberto Righini (Ingegneri), Davide Delbianco (Periti Industriali), oltre al presidente della Provincia di Rimini, Riziero Santi, l’assessora Roberta Frisoni e Mirco Muratori, già vicepresidente della Provincia di Rimini, e i componenti del Consiglio Direttivo della Fondazione RPT Rimini Roberto Ricci, Michela Botteghi, Andrea Barocci e Valentino Casadei.
“Un sogno, quello di condividere sotto lo stesso tetto le nostre attività istituzionali che dopo 4 anni diventa realtà – ha dichiarato Massimo Giorgetti, presidente della Fondazione RPT – E’ stato un percorso lungo e oggi grazie a persone appassionate e tenaci, abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati. Ringrazio l’ex vicepresidente della Provincia Mirco Muratori che fin da subito ha creduto al nostro progetto, l’assessora Roberta Frisoni e il presidente della Provincia Riziero Santi che ci hanno accompagnato per tutto il percorso. Ci siamo ispirati a Prato, dove è nato il primo Palazzo delle Professioni in Italia e oggi possiamo essere orgogliosi di avere anche sul nostro territorio Il Palazzo delle Professioni che rappresenta il luogo atto ad accogliere al proprio interno le singole sedi di tutti degli Ordini degli Architetti, Geometri, Ingegneri, Periti Industriali, con spazi comuni da dedicare a corsi di aggiornamento, aule informatiche e spazi di co-working. Di fatto, rappresenta la prima struttura della nostra Regione in grado di centralizzare in un unico luogo i servizi dei Professionisti per i cittadini della nostra provincia”.
Il Palazzo occupa il primo piano della ex sede della presidenza della Provincia di Rimini, si sviluppa su un piano di oltre 1.000,00 metri quadri, con diverse sale e spazi comuni per incontri ed eventi formativi oltre ad una filiale sala eventi presso la ex sede Geometri.
“Il progetto è condiviso ed è stato lungimirante – ha dichiarato il presidente della Provincia Riziero Santi – È infatti un progetto che se non fosse partito anni fa ci avremmo dovuto pensare oggi. Nella situazione attuale le professioni hanno un ruolo fondamentale per il sistema. Stiamo vivendo un momento di grandi cambiamenti che necessitano di competenze e di apporto professionale al lavoro delle istituzioni. Abbiamo anticipato i tempi rispetto a quello che sta avvenendo e sono molto orgoglioso. L’auspicio è che in questa sede trovino posto anche altri ordini”.
Il Palazzo delle Professioni è da oggi la nuova casa per gli oltre 3.000 iscritti ai 4 Ordini Professionali riminesi ma con l’obiettivo futuro di accogliere nel breve altri Ordini Professionali.
“Questo progetto è in armonia con la città che si sta trasformando attraverso forme diffuse di innovazione, sostenibilità e cooperazione – ha aggiunto Roberta Frisoni, Assessora a Urbanistica, Pianificazione del Territorio, Edilizia Privata e Rigenerazione Urbana del Comune di Rimini – E’ in perfetta linea con le ambizioni odierne di Rimini la sede della Cultura tecnica dove conservare e diffondere le conoscenze, le esperienze, gli sguardi più avanzati dell’architettura e dunque della ‘forma’ di una città, facendone messaggio e didattica estetica e funzionale L’auspicio è continuare ad avere una collaborazione sempre più stretta tra le professioni e l’amministrazione per fare in modo che tutto il territorio si generi e si rigeneri soprattutto in questa fase in cui le risposte al quotidiano devono essere contestuali alla necessità di pianificare le strategie del futuro per essere protagonisti e competitivi in un mondo che muta. Lo scenario attuale ci pone davanti a sfide enormi, che dobbiamo cogliere nel loro senso più positivo: elevare il livello diffuso di qualità, perché il bello e l’utile non possono essere appannaggio di pochi ma, come la democrazia, bene comune”.
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