‘OMAGGIO A CLAUDE DEBUSSY’ A 150 DALLA NASCITA DELL’ARTISTA, LA SUA OPERA MUSICALE RIVIVE CON UNA INIZIATIVA DEL ROTARY CLUB RIMINI RIVIERA
Martedì sera alle 21.15 al Liceo Lettimi di Rimini concerto gratuito aperto alla città
con il giovane musicista riminese Mattia Guerra
Rimini, 3 dicembre 2012 – Il programma dell’omaggio musicale voluto dal Rotary Club Rimini Riviera cerca di restituire un riflesso della geniale esperienza creativa di Claude Debussy. L’appuntamento è per martedì 4 dicembre, alle 21.15 al Liceo Lettimi di Rimini. Ingresso gratuito. Il programma sarà eseguito dal giovane musicista riminese Mattia Guerra.
Protagonista è il pianoforte, la cui tavolozza timbrica fu da Debussy esplorata con l’esigenza, per l’interprete, di appropriarsi di un nuovo virtuosismo, affatto estraneo alla dimensione atletica e all’enfasi retorica di quello romantico, un virtuosismo in cui la chiarezza della linea melodica e le tinte pure si sostituiscono alla densità armonica e ai drammatici chiaroscuri. I brani in programma appartengono inoltre a stagioni assai differenti della produzione musicale del nostro autore e mostrano il progressivo appropriarsi di un linguaggio profondamente originale.
E’ sorprendente come, a 150 dalla nascita del suo autore, per l’opera musicale di Claude Debussy resista tenacemente la comoda definizione di ‘impressionismo musicale’, soprattutto se si considera che al geniale compositore francese essa sembrava quantomeno inadatta a descrivere la propria musica.
Alla base della ormai consolidata catalogazione, in realtà, resiste il fascino di poter accomunare gli esiti delle ricerche sul colore strumentale di Debussy con quelli della straordinaria generazione di pittori francesi suoi contemporanei, accomunati dalla condivisione del medesimo milieu culturale e dello stesso atteggiamento antiaccademico.
Tuttavia, la personalità artistica di Debussy è contrassegnata da un eclettismo che concilia la prospettiva di un’arte naturalistica e ingenua in qualche modo affine a quella dei pittori impressionisti con un ricercato esprit de géométrie, con una forte consapevolezza storica della tradizione musicale nazionale e con le prime tracce di una ricerca etnomusicologia in direzione di civiltà musicali a vario titolo estranee alla tradizione occidentale colta.
Si spazia infatti dal riflesso del romanticismo (di marca squisitamente chopiniana) della Rêverie al ripensamento del rococo francese della Suite bergamasque, in cui probabilmente il riecheggiamento delle Fêtes galantes di Verlaine avvenne a posteriori. Più propriamente impressionisti, o meglio simbolisti, i Préludes, per i quali l’autore tentò – senza successo – di evadere dal genere ormai logoro e abusato della musica a programma inserendo in partitura i titoli alla fine dei brani, contrassegnati semplicemente dal numero nella serie.
Nelle Estampes infine, convivono in un curioso melange tradizioni musicali appositamente ricreate da Debussy, di cui solo l’ultima (Jardins sous la pluie) è schiettamente naturalistica, mentre la prima (Pagodes) e la seconda (La soirée dans Grenade) sono evocazioni libere (e non citazioni testuali di stampo rapsodico) della tradizione musicale orientale e spagnola.
La direzione artistica della serata è di Gianandrea Polazzi.